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18/11/2010

 

Sui confetti di Pistoia

Prima di conoscere da vicino il confetto pistoiese o brignoccoloso (come si usa chiamarlo a Pistoia) è bene sapere che: inizialmente fu anice confetto poi coriandolo. Ma attenzione non sono quelli a forma di fagiolo e lisci, ma quelli assai strani per l'occhio che a primo colpo non sono bene identificati, sono belli o brutti ? … così "brignoccolosi". Ma non ha molta importanza, il fatto è che sono tanto buoni.

Composti da zucchero con dentro la mandorla o altra dolcezza (cioccolato, essenza dolce, ecc.); questo piccolo zuccheroso dolce è sicuramente il più famoso di Pistoia; con documentazione storica certa è strettamente legato alla festa del Patrono cittadino S. Jacopo (25 luglio); le celebrazioni in onore del santo iniziarono nell'866. Affonda le radici nel medioevo, quando una reliquia del santo di Campostela arrivò a Pistoia per volere dell'allora vescovo Atto. In occasione di tale festa iniziò l'uso di offrire e organizzare da parte del vescovo per i vari predicatori e ospiti una "colazione"; e fin dal lontano 1372, questi confetti brignoccolosi sono ampiamente rammentati fra i più graditi componenti della colazione stessa.


Accanto ai confetti (l'uso era di gettarli all'impiedi), dolci ripieni di sciroppi ai vari gusti, confetti piccoli (triggea), dolcetti vari annaffiati da trebbiano pistoiese (quel dolce vin trebbiano caro anche a Papa Clemente IX, della famiglia Rospigliosi di Pistoia), e da "acqua concia".

 

 


 

 

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