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04/04/2012
Olio extravergine di
oliva, ad ogni piatto il suo
Prodotto eccezionale della natura, l'olio extravergine
di oliva, può essere paragonato per le sue incredibili proprietà, ad un
farmaco naturale. Fonte principale di grassi alimentari, che sono di tre
tipi: saturi (si trovano nella carne e nei prodotti caseari); monoinsaturi
(presenti nell'olio extravergine di oliva, di vinacciolo e di noci);
polinsaturi (nei frutti di mare, semi di soia, olio di girasole). La
frazione lipidica dell'olio extravergine di oliva, pari al 98%, è
rappresentata dai trigliceridi presenti in esso con una composizione
ottimale, dovuta soprattutto ad una elevata concentrazione di acidi grassi
monoinsaturi , ad una bassa presenza di acidi grassi saturi e ad un apporto
adeguato di acidi grassi polinsaturi essenziali. Non vanno però trascurate
le componenti minori che, oltre alla frazione lipidica, sono di fondamentale
importanza.
L'olio extravergine di oliva per i popoli del bacino mediterraneo è da
secoli presente come uno dei più importanti prodotti della tradizione
agricola alimentare, nonché della storia e della cultura di tali
popolazioni, (TRIADE MEDITERRANEA = VINO, OLIO, GRANO). Particolarmente
valido oggi, nell'alimentazione moderna, poiché gioca un ruolo fondamentale
nella tutela della salute. Infatti riduce il colesterolo, previene
l'arteriosclerosi, regola l'attività gastro-intestinale, protegge il cuore e
l'arterie, rallenta l'invecchiamento celebrale ma ha anche effetti benefici
nella cura del corpo. Fortemente compatibile con l'acidità della pelle,
l'olio extravergine di oliva spalmato, con impacchi o infusi risulta ottimo
per: proteggere i capelli, rafforzare le unghie, alleviare i dolori
muscolari, ammorbidire e tonificare la pelle, per liberare le orecchie dal
cerume.
Ricco di preziose sostanze: squalene, fitosteroli - svolge una funzione
emolliente e protettiva per l'epidermide e grazie a particolari acidi
grassi: linoleico e linolenico e da importanti vitamine (K, A, E, D) oltre a
composti fenolici risulta un ottimo antiossidante e anti radicali liberi. Le
virtù cosmetiche dell'olio di oliva - erano conosciute dagli egiziani che
usavano il "dono degli dei" come antirughe incorporandolo a latte, grani
d'incenso, e bacche di cipresso. Dai fenici che lo battezzarono "oro
liquido", dagli atleti greci che lo utilizzavano nei massaggi per rilassare
i muscoli dopo l'allenamento e dai romani che usavano farsi massaggiare con
esso dopo le sedute termali per ritrovare vigore. Un cucchiaio di olio
d'oliva unito ad un tuorlo d'uovo sbattuto e un cucchiaino di miele è ottimo
alleato della pelle secca. Utilizzato da solo risulta efficace per le pelli
grasse, grazie al suo alto grado di acidità. Dopo un infuso di un mese con
la camomilla è validissimo per infiammazioni e per problemi di arrossamento.
Leggermente riscaldato, è utile per sciogliere, con massaggi mirati;
accavallamenti muscolari o insieme al succo di limone per rinforzare le
unghie fragili. Ancora, usato dopo il bagno è utilissimo a contrastare gli
effetti disseccanti dell'acqua calcarea e per levigare, ammorbidire,
tonificare e rivitalizzare l'epidermide. Anche per la bellezza dei capelli,
i benefici che se possono trarre sono notevoli.
COMPOSIZIONE |
EFFICACE |
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Olio
extravergine d'oliva, tuorlo d'uovo e miele |
Contro la
pelle secca |
Olio
extravergine d'oliva |
Contro la
pelle grassa |
Infuso di
olio extravergine d'oliva e camomilla |
Infiammazioni e arrossamento |
Olio
extravergine d'oliva tiepido |
Per
sciogliere accavallamenti muscolari |
Olio
extravergine d'oliva e succo di limone |
Per
rinforzare le unghie fragili |
Sapone
all'olio extravergine d'oliva |
Per pelli
delicate e screpolate |
Olio
extravergine d'oliva freddo dopo il bagno |
Per
ammorbidire e tonificare la pelle |
Olio
extravergine d'oliva freddo |
Contro la
caduta dei capelli |
Olio
extravergine d'oliva e tuorlo d'uovo |
Per
rinforzare i capelli fragili |
Gli oli d'oliva
L'extravergine deve presentare gusto perfetto e un'acidità inferiore all'1%.
E' ottenuto con l'esclusivo utilizzo di mezzi fisici (spremitura). Il
vergine, sempre ottenuto con la sola spremitura può presentare un'acidità
fino al 2%. L'olio di oliva è ottenuto miscelando oli di oliva raffinati e
di oli vergini. L'olio di sansa è invece ottenuto miscelando olio di sansa
raffinato (ottenuto con l'impiego di solventi) con oli vergini. ll processo
produttivo che conduce l'oliva, come materia prima, fino alla nostra tavola
resta un processo fondamentale naturale che, come tale, conserva integri i
valori dell'alimento originale. Le tecniche di produzione dell'olio vergine
ed extravergine non vanno mai ad incidere sulle caratteristiche del
prodotto. La raccolta della drupe, manuale o meccanica, va realizzata nei
modi e nei tempi opportuni per rispettare gli andamenti stagionali, nonché
le caratteristiche specifiche che si desidera ottenere. Una volta giunte
all'oleificio, le olive sono sottoposte a cernita, lavatura e mondatura.
Frangitura e molitura, sono fasi essenziali dell'estrazione dell'olio,
processi compiuti con tecniche meccaniche che non prevedono l'utilizzo di
sostanze estranee o chimiche: con loro si ha la trasformazione dei frutti in
pasta, operazione delicata che può essere decisivo per la qualità dell'olio.
E' necessario, infatti, ottenere una buona rottura delle cellule, evitando
surriscaldamenti, ossidazione, eccessivo emulsionamento e lasciando ai
frammenti le dimensioni idonee al successivo drenaggio della frazione
liquida. E' un'operazione meccanica, compiuta dalle tradizionali macine a
pietra o a martelli rotanti o a rulli. La gramolatura è una delle fasi
successive della preparazione. E' un'operazione complessa e delicata, atta a
rompere le emulsioni e facilitare l'operazione successiva che prevede la
preparazione della parte solida da quella acquosa. Anche qui il procedimento
è di tipo fisico-meccanico e sempre accuratamente controllato.
L'estrazione può avvenire o per pressione o per centrifugazione (metodo
moderno). Il senso dell'espressione "prima spremitura", che oggi si usa come
indice di qualità, deriva dall'antica usanza di ripetere almeno due volte le
operazioni di gramolazione e spremitura a pressione moderata. La separazione
dell'olio dalle cosiddette "acque di vegetazione" è l'ultima operazione e
avviene o per affioramento spontaneo o attraverso l'uso di macchine
centrifughe. Dopo tali operazioni, l'olio extravergine di oliva di qualità
deve essere lasciato decantare, quindi travasato e filtrato.
Le cultivar (piante) di olivo più diffuse nella Provincia di Pistoia sono:
Frantoio, Larcianese, Leccino, Moraiolo, Morchiaio, Pendolino e Pignolo. I
piatti tipici derivati sono: La fettunta, la frantoiana, il pinzimonio, la
minestra di pane, la farinata col cavolo, ecc. Non poteva essere nient'altro
che un alimento estremamente prezioso per l'uomo se è vero come riporta
un'antica leggenda - un giorno spuntarono semi sul monte Tabor che dettero
vita, sulla tomba di Adamo, all'ulivo.
Leggenda a parte di fatto è che nel 6.000 a.c. l'ulivo era sicuramente
presente nell'Asia minore - qualche secolo più tardi si trovava in Egitto
ove orna le tombe dei faraoni quale simbolo di fecondità e vita. Con il
codice di Hammurabi nel 1.800 a.c. (che regolava il commercio dell'oro
verde) raggiunse l'isola di Creta, Rodi e Cipro. I Greci si sono tramandati
un'altra leggenda in base alla quale l'ulivo arrivo in Grecia con Cecrope
(fondatore di Atene). Pare che Zeus per quietare la bramosia fra gli dei
dell'Olimpo per l'assegnazione della Polis (Atene) inventò una gara: la
Polis sarà assegnata a chi porterà il "dono" più utile all'umanità. Fu
scelto l'ulivo, preferito addirittura al pozzo di acqua marina di Poseidone.
Dalla Grecia a Roma e ai paesi mediterranei, l'ulivo divenne simbolo,
alimento, ricchezza. Alcuni storici sostengono comunque che piante di olivo
fossero già presenti nella nostra penisola dall'età del bronzo. Era usanza
dei nostri contadini e lavoro cui si dedicavano in prevalenza le donne
preparare le olive in guazzo o indolcite e le olive al fiasco. Erano scelte
le olive più belle e grosse (si sacrificava un po' d'olio ma valeva la pena)
e dopo un paziente e lungo lavoro conservate per l'intero anno; diventavano
stupendi stuzzichini e/o contorni a bolliti, umidi e arrosti. Quelle al
fiasco erano soprattutto usate per : le milanesi rifatte in inzimino, nel
coniglio alla cacciatora ecc.
Olive in guazzo o indolcite
Occorre scegliere olive sane ed integre, non molto mature e sommergere in un
contenitore d'acqua. Periodicamente deve essere cambiata l'acqua, nella
quale dovrà restare per 40 giorni. Successivamente, le olive dovranno essere
poste in una salamoia. Per 10 kg di olive occorre: 700 grammi di sale, 88
grammi di un composto misto (cannella secca, chiodi garofano e coriandoli),
acqua quanto basta per coprire le olive. Si fanno bollire le spezie per 5
minuti, si raffredda il liquido e si passa nel recipiente dove sono state
messe le olive. Si può aggiungere una buccia d'arancio o foglie di alloro.
Dopo 4-5 giorni le olive possono essere pronte.
Olive al fiasco
Occorre scegliere olive sane ed integre, mature si fanno appassire,
mettendole in un forno tiepido. Si mettono le olive così preparate, in un
fiasco, aggiungendo del sale da cucina, un pesto di aglio e un po' d'olio
extravergine di oliva. Per 5 giorni si rimescola il tutto agitando il
fiasco, cercando di scolare l'eventuale acqua scura che si è formata. A
questo punto le olive sono pronte.
Questo ad oggi ma quale sarà il futuro prossimo del nostro olio ?
Chi ha la fortuna di saper gustare l'olio "buono" (extravergine di prima
spremitura), dovrebbe farlo con rispetto perciò che questo dono della terra
rappresenta: la fatica dell'uomo prima di tutto, la fortuna di un territorio
prodigo di tale risorsa, la nostra storia. Olio quindi come cultura e
componente principale di momenti di forte aggregazione. Dunque da questo
cespuglio (perché in realtà l'olivo non è un albero come molti credono)
olive ed olio. Le olive continuiamo pure a farle in guazzo e/o al fiasco ma
l'olio? Sicuramente in un imminente futuro ci sorprenderà perché: la ricerca
della qualità, della armonia dei profumi, dei sapori, l'esaltazione del
gusto che sempre più oggi cerchiamo dovrà inevitabilmente portare alla
possibilità di scelta di oli diversificati. Solo così potranno essere
ottimizzate le pietanze; quindi non solo il giusto abbinamento di vino, ma
anche il giusto olio e poi sicuramente anche la giusta acqua.
Trovandosi la Toscana nella collocazione migliore (Italia centrale) per gli
oli a parte i fruttati (il cui primato spetta a Sicilia occidentale e
Sardegna settentrionale); penso non mancherà né coraggio né volontà per la
ricerca di nuovi gusti partendo magari dalle tre migliori varietà presenti
sul territorio: leccino, frantoio, pendolino e/o da ibridazione. Per questo
la parola e il compito agli esperti. L'importante è ottenere gusti
alternativi per esaltare maggiormente le nostre stupende tipicità
enogastronomiche. Considerando l'olio proprio dal punto di vista
strettamente organolettico evitando l'errore degli "OLI LAMPANTINI"
(chimicamente perfetti ma difettati nel gusto).
Alcuni esperti consigliano:
1) raccogliere le olive subito dopo invaiatura;
2) raccogliere le olive cultivar per cultivar;
3) denocciolare prima della frangitura;
4) frangere entro 5 ore dalla raccolta.
Ad ogni piatto, ad ogni prodotto, ad ogni gusto il proprio olio ? Sarà
presto così … spero !
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